venerdì 17 gennaio 2014

IL CLIENTE HA SEMPRE TORTO

Questo che vi apprestate a leggere è almeno il terzo post sul gelato che mi trovo a scrivere sul blog. Segno che nei pochi secondi che occorrono per la farcitura di una coppetta o di un cono i nostri concittadini riescono a trovare il tempo per sfoderare tutta la loro simpatia. Insomma per un pranzo o una cena è troppo facile: c'è tempo dalla mezzora alle due ore (non troppo, poi, che bisogna liberare il tavolo, belin) per bacchettare il povero cliente. Col gelato, invece, bisogna essere dei veri maestri, mostrando rapidità e una buona dose di riflessi. E così ecco la disavventura, assai poco comica e piuttosto amara, che ci racconta Manuela Monaco.

Mentre passeggiavo in riva al mare con mio marito in una nota località del ponente ci viene voglia di gelato. Io, che sono la solita viziosa, in cima al cono mi faccio aggiungere anche un po' di panna. Usciamo dalla gelateria e iniziamo a mangiare. Naturalmente inizio proprio dalla panna. Ma mi basta un piccolo assaggio per sentire in bocca un forte gusto di rancido, tipo formaggio andato a male. A quel punto, un po' nauseata, decido di tornare indietro. Mio marito resta fuori dalla gelateria ed entro solo io. Visto che c'è un po' di gente cerco di non fare piazzate e chiamo da parte una delle gelataie e le spiego il problema. Lei però non si scompone, anzi urla verso la sua collega che si trova dall'altra parte del banco e le dice: "Oh senti un po' sta qui che dice che la panna fa schifo". L'altra strabuzza gli occhi, prende un cucchiaino e si dirige verso la macchinetta della panna, per assaggiarla. E secondo lei è buonissima. A quel punto scatta la prova del nove. Arriva anche la prima gelataia, quella che ha chiamato l'amica in soccorso, e fa la stessa cosa. Tutte e due sostengono che non abbia nulla che non vada. E mi lasciano lì. Senza neppure dirmi se avessi voluto - comunque - un altro gelato (da due euro). Mi salutano e continuano a servire i clienti. A quel punto me ne vado e butto il gelato in un cestino dei rifiuti, perché ho quasi vomito da quanto è acida quella panna.

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