mercoledì 18 dicembre 2013

E' UN PECCATO

Non sapete quanto vi voglia bene. Soprattutto perché ormai, la prima cosa che mi dite appena vi incontro è: "Ho una storia per il tuo blog". E non sto facendo dell’ironia, vi voglio bene davvero! Certo, mi fa strano che ogni qual volta (senza esagerare, certo) vi trattino male in un ristorante, in un bar o in una gelateria pensiate al sottoscritto. Però, dai, è divertente. Per esempio Guido Bagni, che è stato persino mio barista di fiducia per un breve tempo della sua vita (un super barista di fiducia, anzi) ieri mi ha inviato un’e-mail per contribuire al blog. Eccola (l’unica cosa che ho eliminato è stata la localizzazione precisa del negozio "incriminato"):


E’ capitato svariati anni or sono, in una delle più rinomate e costose località liguri. Eravamo circa 300 studenti della Facoltà di Architettura per una prova dal vivo dell’esame di Disegno e Rilievo. La prova durava sei ore, dal mattino al pomeriggio. Giunta l’ora di pranzo, essendo, per noi studenti, impraticabili i prezzi dei ristoranti di lusso del posto, ripieghiamo in un negozio di alimentari dove era possibile comprare del pane e degli affettati, per poterci confezionare il nostro pranzo a basso costo. Entro dentro, seguito da una decina di compagni, e mi avvicino al bancone. La proprietaria era una signora sui sessanta, con una cofana di capelli nero corvino tinti, racchiusi in una retina tipo George Clooney in "Fratello, dove sei?" e il trucco alla Moira Orfei. Le chiedo un panino, un etto di cotto e una fetta di formaggio. Lei mi guarda triste, guarda una forma ancora intonsa di formaggio, guarda di nuovo me, poi di nuovo il formaggio e scuote la testa: "Eh, ma così devo aprire la forma.... è un peccato...". Ci siamo accontentati soltanto del prosciutto...

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